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Herbie Hancock - Head Hunters (Columbia, 1974)

Talentuoso tastierista della dinastia davisiana, Hancock fu uno dei primi musicisti jazz ad assimilare velocemente gli insegnamenti del Divino. Gli Head Hunters erano una forma­zione che ricalcava il modello Weather Report, con la quale Hancock elimina dalla sua musi­ca le precedenti geometrie obli­que di Sextant e Crossings a favore di un sound più diretto e immediato. Quest’album è la definitiva consacrazione della fusione della West Toast che si avvicina e si amalgama sempre più direttamente con il funky. Un capitolo che diventa trasci­nante nella sua scarnificazione alle intelaiature troppo spesso cristallizzanti a favore di una forte scansione ritmica, dove la fusion acquista una dimensione ancora più ampia e libera. Lo strumento bandiera per questa piccola rivoluzione nella rivolu­zione e il sintetizzatore ARP che Hancock suona per la prima volta in due differenti modelli, creando cosi un approccio riu­scito e senza incertezze verso il suono elettronico realizzato pre­cedentemente in qualità di ses­sion man con le immancabili formule di In A Silent Way e Bitches Brew. Head Hunters rap­presenta magnificamente quei nuovi fermenti che stavano pre­parando la strada non solo alla fusion, ma anche al soul del domani.

1900-2000 Musica dal pianeta terra. Dal Jazz al Rock 200 CD da salvare/Mauro Ronconi/Arcana



Watermelon Man



Personnel: Herbie Hancock (Fender Rhodes piano, Clavinet, synthesizer); Bennie Maupin (soprano & tenor saxophones, saxello, bass clarinet, alto flute); Paul Jackson (marimbula, bass); Harvey Mason (drums); Bill Summers (congas, shekere, balafon, agogo, cabasa, hindewho, tambourine, log drum, surdo, gankoqui, beer bottle).

Tracks:
1 Chameleon 
2 Watermelon Man 
3 Sly 
4 Vein Melter



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