Miles Davis - Bitches Brew (Columbia, 1970)
Tutta la carriera di Miles Davis è stata all’insegna della sperimentazione e dell’esplorazione musicale. Verso la fine degli anni '60 Miles si avvicina alla musica elettrica e alle atmosfere rock egistrando alcuni album fortemente innovativi tra cui il celebre BITCHES BREW, un disco rivoluzionario, che di fatto sdoganò la musica fusion. L’album scandalizzò i puristi del jazz, ma ebbe un enorme riscontro di pubblico e in seguito esercitò una profonda influenza su numerosi musicisti jazz, e non solo. Racconta Thom Yorke, dei Radiohead, in un intervista a Q nell’ottobre del 1997: “Lo mettevo su ogni volta che salivo in macchina … al primo approccio mi era sembrato un caos nauseante. Ascoltarlo mi faceva quasi star male, poi piano piano … c’è qualcosa di brutale in quella musica, qualcosa di incredibilmente bello. Non sei mai sicuro del punto in cui ti trovi esattamente, è come se la musica ti ruotasse attorno, ha il sound di un enorme spazio vuoto, come quello di una cattedrale. Non era jazz, ma non era neppure rockn’ roll, era come costruire qualcosa e guardarla cadere a pezzi, in ciò sta la sua bellezza. E questo si lega profondamente a ciò che stavamo cercando di fare con OK COMPUTER”.
Personnel: Miles Davis (trumpet); John McLaughlin (guitar, electric guitar); Harvey Brooks (electric guitar, electric bass, bass guitar); Bennie Maupin (bass clarinet); Wayne Shorter (soprano saxophone); Joe Zawinul (electric piano, organ); Chick Corea, Larry Young (electric piano); Don Alias (drums, congas, percussion); Jack DeJohnette, Lenny White (drums); Jumma Santos (congas, shaker, percussion); Airto Moreira (cuica, percussion); Jim Riley, Jimmy Riley (percussion).
Track List: Pharaoh's Dance / Bitches Brew / Spanish Key / John McLaughlin / Miles Runs The Voodoo Down / Sanctuary
Spoiler :
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